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Circular Economy: coltiva il tuo giardino

Il mantenimento dell’attuale sistema economico e produttivo costituisce un freno alla riconversione dell’Economia in ottica green e sociale. La struttura portante dell’attuale sistema produttivo è caratterizzata da inefficienze ed irrazionalità delle strutture di costo e della capacità di innovazione. Il rischio maggiore non è il Coronavirus, ma la possibilità che il vecchio sistema economico possa rallentare o limitare un reale cambiamento. È importante sfruttare la crisi COVID-19 per creare una discontinuità con il passato e come occasione per un ridisegno radicale del tessuto produttivo.

La vera innovazione cui tendere non è l’AI, l’industria 4.0 – solo utili strumenti di lavoro- ma l’essenza stessa dell’economia, la qualità della vita degli esseri umani, la riconversione ecologica del sistema tecno-economico. Occorre superare un’economia “che si occupa delle cose e non degli esseri umani; e che valorizzando il mondo delle cose svalorizza il mondo dell’uomo” (cit. Marx).

Occorre superare l’irresponsabilità di una economia che scarica sull’ambiente e sulle generazioni future, e nonostante tutto è incapace di soddisfare il presente. Tutti vogliono attrarre turisti, investitori, imprese, ma nessuno si pone il problema di quale turismo, di quale offerta, di quale identità costruire, di quale servizio proporre.

Ma più è richiesta identità, integrazione, struttura, creatività, innovazione, e più il sé individuale e sociale viene risucchiato dal modello liquido che destruttura, sfruttando i social per assorbire capacità di azione, generando gabbie virtuali e nuove disabilità nella percezione dei valori (libertà, uguaglianza, etc.).

Illusoria è la speranza in un progresso in cui l’intelligenza venga delegata alle macchine. Dopo aver piegato le forze della natura, la nuova sfida è piegare le forze del mercato all’interesse collettivo.

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