InvestimentiProcessiTerritorio

Economia Salentina: E’ tempo di agire.

Le difficoltà attuali del territorio salentino, l’assenza di prospettive di lavoro per tanti giovani, un’economia asfittica, trovano – corsi e ricorsi storici – analogia con quanto accaduto alla fine del 1890. In quegli anni le dichiarazioni di intenti non furono sufficienti a placare la “fame della gente”. Era necessario agire. Nella città di Parabita, un gruppo di benemeriti guidati dal parabitano Prof. Francesco Marzano, si adoperano a favore della Città. Marzano, profondo conoscitore delle dinamiche economiche e sociali del Mezzogiorno ha sempre contestato l’idea di un Mezzogiorno arretrato e immobile, falsamente professata allo scopo di sostenere le politiche di unificazione. L’ondata di “globalizzazione” degli anni 70 del XIX secolo aveva comportato una radicale trasformazione della produzione agricola, con l’intensificarsi della produzione vitivinicola. La corsa febbrile alla piantagione dei vigneti era sostenuta dalla crescita della domanda estera proveniente soprattutto dalla Francia. Ben presto si realizzò che era una crescita drogata e manipolata dalla Francia per superare le sue criticità produttive contingenti. Ne derivò una risposta protezionistica dello Stato Italiano con conseguente crollo dei prezzi, un eccesso di prodotto, che coniugato con l’assenza di una capacità industriale di trasformazione, provocò la proletarizzazione dei numerosi produttori vitivinicoli presenti sul territorio. Alcune aree del territorio Regionale, riuscirono a rispondere alle sfide internazionali grazie a una modernizzazione degli impianti di produzione. La crisi del 1887 aveva fatto emergere la fragilità della struttura industriale, con conseguenti ricadute sui ceti sociali più deboli, tra la fine del secolo e il primo decennio del 1900, che invasero le campagne al grido “pane e lavoro” per imporre il diritto al lavoro e al salario. Gli episodi di protesta furono repressi dalle forze dell’ordine ricorrendo alla violenza e numerosi arresti.

La ripresa fu condizionata dalla difficoltà di accesso al credito, dalla concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi, dall’elevato costo del danaro. Le aziende dipendevano da una “intermediazione creditizia” e dall’usura. L’utilizzazione distorta del credito da parte delle élites salentine, consentiva a queste ultime ampi margini di guadagno dalla semplice funzione di intermediazione finanziaria!

L’analisi dell’economista Francesco Marzano evidenziava come tra i tanti fattori strutturali che frenavano l’economia salentina, ci fosse l’assenza del credito. Denunciò la grave contraddizione tra coloro che immobilizzavano ingenti capitali nella rendita pubblica e nelle casse postali, mentre il ceto medio, i piccoli artigiani e i lavoratori non riuscivano ad ottenere danaro a buon mercato. Il Prof. Marzano si adoperò in tutte le sedi, parlamentari e scientifiche per sostenere quanto fosse falso il preconcetto che “che la provincia di Lecce è una provincia povera, tanto povera – per quel che si è detto in occasione della sommossa del 4 giugno – da non poter essere aiutata che con le elargizioni ed elemosine! Questo è un preconcetto assolutamente falso”….. “una provincia che nelle industrie impegna circa 200 caldaie a vapore… una provincia che trovasi in queste condizioni economiche non è una provincia povera!… E’ se è così – mi si dirà – donde deriva questo grave disagio economico pel quale s’invoca così insistentemente il credito a buon mercato? – Deriva da ciò, che buona parte della ricchezza, invece di rimanere nelle mani di chi le produce e dar luogo alla formazione di nuovi capitali e quindi al progressivo sviluppo della produzione, passa nelle mani degli usurai, che per i medi e piccoli produttori costituiscono l’unica fonte di credito…. Qui dico soltanto, per conchiudere, che l’usura che vi si esercita con i prestiti in denaro e in natura e con la compra anticipata di frutti pendenti (cereali, uva, fichi ed olive) è semplicemente spaventevole, e che da essa principalmente deriva il nostro disagio economico per cui abbiamo sempre invocato ed invochiamo tuttora il credito a buon mercato; credito a cui abbiamo diritto, non solo perché lavoriamo, ma anche perché siamo in generale persone molte oneste e puntuali nei pagamenti”.

Tratto da “Le condizioni economiche della Provincia di Lecce” Francesco Marzano 1903

La situazione socio-economica attuale, la stratificazione dei ceti sociali, le caratteristiche del tessuto produttivo, la indisponibilità di danaro, i pre-concetti culturali, le dinamiche di investimento e produttive, le dinamiche del credito, etc. etc. sembrano riproporsi immutate a distanza di quasi 130 anni. Ora come allora, è necessario un cambiamento radicale ed immediato, con la partecipazione di tutti gli attori sociali, al fine di scongiurare le nuove rivolte sociali al grido “pane e lavoro”. Ora come allora, le dichiarazioni di intenti non sono più sufficienti: è tempo di agire.

Articoli correlati

Back to top button