Governance e InnovazioneProcessi

Il ritorno dello Stato

Il crollo del mito della globalizzazione, la crisi economica indotta dalle politiche di austherity, aggravatasi con l’emergenza sanitaria da COVID, ha rapidamente accelerato i cambiamenti già in atto nel sistema economico. Nonostante i progressi scientifici e tecnologici, la crisi ha evidenziato la totale interconnessione del sistema economico e la necessità di intervenire sulle filiere produttive, per limitare gli effetti domino su scala globale (effetti sanitari, economici e finanziari). L’assenza di resilienza delle filiere produttive globali sta rinforzando la tendenza alla ri-localizzazione delle imprese, fenomeno peraltro già in atto da qualche anno.

Il 19 agosto 2019, la business Roundtable (un gruppo composto da oltre 180 CEO delle principali aziende mondiali), riconoscendo l’insostenibilità di un modello di business accettato da oltre 40 anni e fondato sull’unica priorità costituita dalla redistribuzione degli utili agli azionisti, ha viceversa riconosciuto l’insostenibilità di tale modello, ed adottato una svolta verso un modello basato sulla responsabilità sociale, un modello che mette al centro i portatori di interesse (dipendenti, ambiente, società).

Nel settembre 2019, il Presidente della BCE Mario Draghi, nell’ambito della riunione della Commissione ECON, riconfermava l’esigenza di un cambiamento del sistema economico in una direzione neo-keynesiana, in quanto “le politiche monetarie adottate dalle banche centrali non possono sostituire le politiche economiche e di redistribuzione della ricchezza che spettano ai governi”.

Tale rinnovata visione è stata ribadita dallo stesso Draghi in un articolo pubblicato sul Financial Times, nel maggio 2020. Nella stessa direzione si è espresso anche il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ha sottolineato l’importanza di una tempestiva attivazione di politiche economiche di tipo Keynesiano. In relazione alla emergenza economica derivante dalla crisi COVID, la BCE ha dichiarato la disponibilità alla creazione illimitata di moneta e contestualmente le istituzioni Europee hanno superato le pregresse politiche di austherity, consentendo il superamento dei vincoli sul pareggio di bilancio.

In tale rinnovato scenario globale, come sottolineato dal Presidente Draghi, l’assenza di liquidità non può più costituire valida giustificazione e la direzione di marcia torna inequivocabilmente ad essere una questione di mera volontà politica.

Un ritorno a politiche neo-keynesiane, ribaltando le logiche distopiche  del recente passato, potrà consentire l’avvio di una fase di ricostruzione del welfare e di investimenti reali nella direzione del progresso e della crescita.

Le prospettive di progresso delineate dagli atti programmatici europei prefigurano un orizzonte temporale all’interno del quale si potrà realizzare una transizione da una economica lineare ad una economia circolare, inclusiva non solo della sostenibilità ambientale, ma anche di quella sociale, quale variabile endogena del sistema economico.

Back to top button