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L’Industria dell’intrattenimento

Le imprese e gli investitori non investono capitali “VERI” (almeno in Italia), ma usano le competizioni, i festival, per cercare di acquisire a costo zero nuove idee di business per inseguire il mito dell’Unicorno, funzionale alla rendita parassitaria degli stessi investitori.

Con un attimo di riflessione, l’immagine di tutto questo mondo appare più come un’industria per l’intrattenimento che non un serio momento di incontro e di crescita. Coding factory, bootcamp, hackademy, sono mondi che producono infodemia, ben lontani dallo sviluppo sociale, dalle molteplici istanze reali del territorio!

Il fabbisogno di risorse umane qualificate per poter pensare di affrontare la transizione tecnologica è enorme. La complessità dei team di sviluppo necessità di intelligenza collettiva, con un’organizzazione piatta sul modello dell’orchestra musicale, in cui il direttore non entra nel merito della professionalità del singolo, non comanda, si limita a ispirare, dettare i tempi con la bacchetta, ma non può entrare nella “stoffa” o nella preparazione del singolo musicista: quel compito spetta alla scuola!

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