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Non ci si salva da soli!

Papa Francesco ha utilizzato le parole “Non ci si salva da soli” a sottolineare che non esiste una possibilità di ripresa se non insieme. Data per universalmente condivisa la questione etico-morale, il problema è: come si declina operativamente questo stare insieme?

A tal proposito, Don Tonino Bello recitava: “C’è un mondo nuovo da costruire insieme, con Sapienza operativa”.

Quindi la questione diventa: quali sono i mezzi, le conoscenze della “Sapienza operativa”?

Ci sono dei limiti nella conoscenza umana rispetto all’evoluzione tecnologica e alle sfide della transizione in corso? La fase transizionale porterà a progresso o regresso culturale e declino secolare?

Da dove cominciare?

Sempre seguendo il pensiero di Don Tonino Bello, bisogna “ripartire da Sud”, dalla periferia, dai vuoti, dagli interstizi, dalle interfacce, dai bisogni inespressi. Il Sud, non come luogo geografico, ma come prospettiva di riflessione sul reale. Ma tutte le riflessioni devono portare a una sintesi in cui, quelle periferie rappresentano l’ombelico del Mondo, quei vuoti non sono vuoti ma pieni, di “silenzi densi di significato”.

Non è sufficiente ripartire dalla domanda, ormai bisogna ripartire dalla domanda inespressa o inesprimibile. Ormai è una domanda inconscia che si può trasformare in implosione del singolo e delle strutture sociali.

Alla riflessione occorre far seguire parallelamente un’azione di cambio del paradigma, prima che si verifichi una rottura dei cicli di trasferimento intergenerazionale, che innescherebbe un declino secolare.

Declinando “Insieme” in “cooperazione”, la domanda diventa: esistono le conoscenze, le strutture sociali e i processi che abilitano la “cooperazione”?

L’attuale stadio di sviluppo del singolo e delle forme dell’organizzazione umana è limitato ad “organizzazioni statiche”. Sono organizzazioni che nascono, crescono, maturano, invecchiano e muoiono.

Nonostante notevoli progressi delle scienze sociali ed organizzative, l’essere umano non ha ancora raggiunto il livello di conoscenza necessario allo sviluppo di un’organizzazione adattiva.

Un’organizzazione adattiva è un’organizzazione che nasce, che è in grado di alimentare vari cicli di adattamento/riorganizzazione, mediante meccanismi di apprendimento ed in risposta ai cambiamenti dell’ambiente. È un’organizzazione in grado di stimolare processi di crescita.

Esistono le condizioni necessarie (tecnologie digitali) per strutturare nuove organizzazioni adattive ma non esistono le condizioni sufficienti (cultura organizzativa) per governare processi complessi. Il lato positivo è che non essendoci altra strada, occorre provarci!

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